Avete presente quei posti mozzafiato che vedete su Instagram e vi chiedete “ma dove si trova questa meraviglia?!” e.. scoprite che si trovano in Italia?!
Ecco, durante il nostro on the road in Sicilia occidentale, di questi posticini ne abbiamo scovati tanti!
Beh, avendo studiato archeologia conosco benissimo la Valle dei Templi, quello che non conoscevo è la Scala dei Turchi. Perchè non andare a visitare entrambi in una giornata?

La Scala dei Turchi
Resa celebre dal romanzo del grande Andrea Camilleri “La prima indagine di Montalbano“, questa scala naturale di roccia bianca è diventata famosissima e ora ancora di più dai migliaia e migliaia di scatti di instagramers incalliti.
Dove si trova?
La Scala dei Turchi si trova nel comune di Realmonte, in provincia di Agrigento e poco distante da Porto Empedocle.

Che tipo di roccia è?
Questo tratto di costa agrigentina è composto da una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa, di un bianco accecante (chiamata marna).
Il vento, nel tempo, ha modellato la roccia rendendola una gradinata naturale e bianchissima, che spicca nel territorio circostante.
Perchè si chiama così?
Secondo i siciliani, i “Turchi” erano tutte quelle popolazioni dedite alla pirateria. Ormeggiando le navi nelle acque vicino la scala, si arrampicavano da lì ed entravano a razziare i villaggi vicini.

Non è così difficile salire sulla Scala dei Turchi: arrivando dalla spiaggia si percorre la battigia fino ad arrivare ad un passaggio pedonale costituita da una pedana di legno. Attenzione: noi a fine settembre 2018, siamo stati costretti ad arrivare alla Scala dei Turchi in acqua, poiché nei giorni scorsi si era verificata una piccola frana e l’accesso tramite la pedana di legno era interdetto ai turisti.
Si può salire tranquillamente a piedi nudi, purché abbiate i piedi asciutti. E’ incredibile come la roccia non faccia scivolare. Se invece avete i piedi bagnati, rischiate di scivolare e cadere giù. Non scherzo, non è una roccetta dove se si vola giù c’è un metro. Nel caso, consiglio di salire con le infradito o le scarpette da roccia (come abbiamo fatto noi). Una volta su, rimanete a piedi nudi e sedetevi ad ammirare questo capolavoro della Natura.
Sole.
Vento.
Bianco.
Verde acqua.
Il profumo del mare.
Il suono delle onde.
Qual è il momento migliore per andare alla Scala dei Turchi?
La gente, purtroppo, se ce n’è tanta… rende il tutto davvero poco suggestivo. E noi, credetemi, a fine settembre, ne abbiamo trovata tanta, anche se dalle foto che vi propongo non si vede.
Se volete evitare il caos, o andate presto presto, oppure al tramonto, che dicono sia uno spettacolo (anche se credo ci sarà comunque un sacco di gente).
E, vi prego, non incidete la roccia per fare delle firme o scrivere messaggi, purtroppo qualcuno lo ha già fatto deturpandola. Rispettate la Natura, per favore.
Dove parcheggiare?
Dopo diversi giri a cercare un parcheggio gratuito (ormai erano le 10, probabilmente prima avremmo trovato un buco sulla provinciale 68, anche se probabilmente non si può parcheggiare!), ci siamo arresi ad uno a pagamento (5€). Si trova vicino al lido Majatà Beach. Da lì alla Scala dei Turchi vi aspetta una bella passeggiata di 10 minuti sul bagnasciuga.
La Valle dei Templi
Un volta rilassati alla Scala dei Turchi, è arrivato il momento di andare a vedere il fiore all’occhiello di Agrigento: la Valle dei Templi, i resti archeologici dell’antica città magno-greca di Akragas, diventata poi città romana col nome di Agrigentum.
La storia di Akragas e Agrigentum
Fondata dai Greci di Gela (Geloi) nel 580 a.C., prende il nome dal fiume che le scorre accanto, l’Akragas appunto. Lo scopo della polis era quello di non far espandere ulteriormente ad est la città greca di Selinunte, di fondazione megarese (ricordo che ogni città greca – detta polis – aveva una propria autonomia, questo significa che potevano capitare scontri tra città, com’è successo per secoli tra Atene e Sparta).
La grandezza di Akragas era data dall’agricoltura e dagli allevamenti dei cavalli, oltre ovviamente al commercio marittimo, tipico dei Greci.
La colonia greca subì una tirannia con Falaride (poi ucciso tramite lapidazione), sconfisse diverse volte i Cartaginesi durante le battaglie per il controllo del canale di Sicilia, e infine iniziò un periodo prospero e di espansione con il regime democratico del filosofo Empedocle.
Nel 406 a.C., la città venne distrutta dai Cartaginesi e ricostruita dopo circa quarant’anni. Nella seconda guerra punica, precisamente nel 210 a.C., Akragas passò sotto il comando di Roma e fu rifondata con il nome di Agrigentum.
La città romana vide un altro periodo fiorente dove furono costruiti nuovi edifici e templi.
Cosa vedere nella Valle dei Templi?
Quello che vedrete alla Valle dei Templi, è solo una parte dell’antica città di Akragas/Agrigentum. La polis sorgeva in un’area di 450 ettari, fondata su diverse alture (Girgenti, Rupe Atenea, Collina dei Templi). Ci sono altri luoghi da visitare nei dintorni di Agrigento, però sono a pagamento e a parte. La Valle dei Templi corrisponde ad un percorso segnato dove vedrete tantissimi resti archeologici (noi siamo partiti dalla Porta V):
- Tempio dei Dioscuri;
- Tempio di Giove Olimpico (Zeus) con i Telamoni (statue giganti a sostegno di trabeazioni o cornici) al suo interno;
- Tempio di Eracle (Ercole per i Romani);
- Tempio della Concordia;
- Agorà, l’antica piazza greca;
- L’Emporion, l’antico porto di Akragas;
- Alcuni nuclei di necropoli di diverse epoche (arcaiche, bizantine);
- Quartiere Ellenistico-Romano;
- La via degli arcosoli, tombe a nicchia a forma d’arco, presenti sulle mura tra il Tempio di Giunone e quello della Concordia;
- Tempio di Giunone;
- Troverete anche un bellissimo Giardino dei Giusti del Mondo.
In ogni caso, mentre camminerete potrete documentarvi su ogni tempio e sul territorio circostante, leggendo i vari pannelli esplicativi.
Tempio di Ercole Tempio della Concordia Tempio di Giunone Tempio della Concordia Tempio dei Dioscuri Talamone, Tempio di Giove Olimpico Giardino dei Giusto del Mondo Necropoli
Come arrivare alla Valle dei Templi dalla Scala dei Turchi? Dove parcheggiare?
Ci impiegherete circa 20 minuti di auto dalla Scala dei Turchi alla Valle dei Templi. Seguite la SS115 poi la SS640 e la SP4, in ogni caso è pieno di segnaletiche stradali, non potete sbagliarvi.
Ci sono tre ingressi alla Valle dei Templi e vicino ad ogni ingresso ci sono vari parcheggi (entrata dal Tempio di Giunone, entrata dalla Porta V, entrata dal Teatro Ellenistico). Noi siamo entrati dalla Porta V ed abbiamo parcheggiato lì, per poi andare subito alla biglietteria e acquistare gli ingressi (non prima di esserci scofanati un’arancina gigante!).
Quanto costa entrare nel parco archeologico?
L’ingresso costa da un minimo 12€ ad un massimo di 17,50€, dipende se volete solo vedere la Valle dei Templi oppure anche il museo archeologico. Nel biglietto d’ingresso è compreso anche il biglietto per la mostra “Costruire per gli Dei”, aperta fino al 17 maggio 2020.
Una domenica al mese l’ingresso è gratuito (tranne se si entra in serata, dove il biglietto ha il costo ordinario).
Vi lascio comunque il sito ufficiale per consultare tutte le informazioni sui biglietti.
Quanto dura la visita?
La visita alla Valle dei Templi è fondamentalmente una lunga e piacevole passeggiata tra le rovine. Noi, fermandoci un sacco di tempo per fare le foto, ci abbiamo impiegato circa tre ore. Alcuni templi hanno le transenne e non si può assolutamente entrare (come invece accaduto a Selinunte), quindi la visita si riduce di molto, potete solo stare a guardare da lontano.
Avessi avuto più tempo per il tour in Sicilia, sinceramente avrei passato tutta la giornata qui per andare a visitare anche il Museo Archeologico, i Giardini di Kolymbetra e tanto altro.
Link utili
Spero di avervi dato un bello spunto per passare una piacevole giornata ad Agrigento, tra le meraviglie naturali della Scala dei Turchi e quelle della Valle dei Templi, meraviglie create dall’uomo.
A presto,
