Chi è e cosa fa il Travel Blogger?
Potrei scrivere un libro su questo argomento, ma cercherò di essere il più possibile sintetica e stare dentro in un articolo! Chiedo perdono se verrà fuori un papiro!
Questo articolo l’ho scritto per:
- quelli che non sanno chi sia e cosa faccia un travel blogger;
- chi ha appena iniziato a scrivere un blog di viaggi e per chi è travel blogger già da un po’;
- chi vorrebbe lavorare con questo tipo di figura ma non ha le idee ben chiare su come approcciarsi.

Innanzitutto c’è da fare una distinzione tra chi è un Travel Blogger per passione e chi lo fa di lavoro (chi a tempo pieno, chi lavora con qualche collaborazione). E chi sta nel mezzo.
Come me. Non amo le etichette anche se mi definisco una Travel Blogger. Il blog sta diventando anche altro, visto che ho portato a termine qualche collaborazione negli ultimi mesi. Ma prima di tutto sono Alessandra, amo viaggiare e sono una viaggiatrice, ho aperto un blog nel 2013 per la pura passione di condividere, per me scrivere è una cura.
Tanti aprono un blog di viaggi unicamente per passione che hanno nello scrivere, perchè amano la condivisione e l’ispirazione reciproca, e questo è semplicemente stupendo.
Ciò che purtroppo rovina il mondo del travel blogging è questo meraviglioso ed al contempo maledetto mondo dei social. Vedete sempre pubblicati volti felici e sorridenti, foto meravigliose in posti meravigliosi con pose meravigliose peggio di un servizio fotografico. Un mondo spesso patinato e finto. Questo fa virare l’opinione pubblica su idee e giudizi completamente sbagliati come per esempio il pensiero che il travel blogger sia sempre in vacanza (magari pure a scrocco) e che viva una vita felice (vedi il mio articolo sui luoghi comuni).
Non è così.
Il travel blogger è una persona con pregi, difetti, giornate meravigliose e giornate di merda. Non sempre è tutto rose e fiori: spesso è tutto fantastico, ma a volte capitano gli imprevisti. Il bravo blogger – secondo il mio modestissimo parere – è quello che rimane integro e trasparente con gli utenti che lo seguono, anche quando le cose non vanno come vorrebbe.
E poi ci sono i Travel Blogger a tempo pieno.
Non sono moltissimi i Travel Blogger che vivono di solo blog (e di altre attività legate al blog), ma ci sono. Pensatela come volete, ma è un lavoro VERO. Ed è un lavoro da freelance, non da dipendente.
E’ un lavoro in cui lo studio è fondamentale: SEO, social media, digital e web marketing sono solo alcuni degli argomenti in cui bisogna eccellere. Non si impara tutto dall’oggi al domani, soprattutto non si finisce mai di studiare, si è in continuo aggiornamento con i cambiamenti del web e del mondo social (una strategia che andava bene un anno fa, oggi potrebbe non essere più efficace).
Non esistono orari fissi di lavoro, né ferie, né malattie, né permessi. Questo spiega il fatto che possono anche viaggiare in periodi al di fuori delle solite vacanze imposte. Però significa anche che il freelance per poter vivere deve fatturare molto, moltissimo, a volte è necessario lavorare anche più di 40 ore alla settimana.
Cosa fanno, praticamente, i Travel Blogger professionisti?
In quali casi viene ingaggiato un Travel Blogger?
Per pubblicare una foto a scopo di sponsorizzare un prodotto da viaggio (o legato al viaggio);
Per sponsorizzare una struttura ricettiva (es. agriturismi o hotel), venendo ospitato;
Per vivere delle esperienze (il cosiddetto turismo esperienziale) come ad esempio un breve corso di cucina;
Per valorizzare una destinazione turistica partecipando ad un intero viaggio (in collaborazione con tour operator e/o enti turistici).

Ma quindi vivono di viaggi?
In parte si, in parte no. Vivere il viaggio è parte integrante del loro lavoro. E siccome i social media sono il corollario del travel blogger, durante il viaggio bisogna (se concordato con l’azienda sponsor) aggiornare i canali social – per quanto possibile – in tempo reale. Come?
- su Instagram possono essere Stories e/o post sul feed;
su Facebook può essere un post pieno di foto ed una didascalia ispirante, magari scritto a fine giornata;
taggando sui social questi sponsor ed usando eventuali hashtag che l’azienda in questione ha richiesto di condividere (in teoria per legge e per essere trasparente con i propri followers, un professionista utilizza anche gli hashtag #ad, #adv o #incollaborazionecon prima di taggare lo sponsor).

La parte più “semplice” è proprio vivere il viaggio. Perchè una volta tornato dal viaggio, il Travel Blogger inizia un’altra parte di lavoro. Ossia?
- Scrivere articoli sul blog (perchè vi ricordo…è un blogger, scrivere sul blog è prioritario);
- Editare foto e/o video dell’esperienza appena conclusa.

Questo lavoro post-viaggio non è una cosa che dura qualche ora, ma prende intere giornate. Pensate ancora che viaggino totalmente a cuor leggero?
Vabbè ma quindi il Travel Blogger fa solo pubblicità.
No, il travel blogger non è solo un mero strumento di pubblicità, ma è molto, molto di più. Dietro questa figura c’è anche emozione, colore, coinvolgimento, carisma. Le persone che lo seguono lo fanno perchè sono attirati dalla persona: è la persona che tiene incollati gli utenti alle Stories, è la persona che con il suo carisma e la sua unicità diventa sempre più famoso, sia sul blog che sui social. E’ la persona che ti porta in viaggio con lei, ti fa vivere quello che sta vivendo lei, ti ispira talmente tanto che…vorresti viaggiare verso quella destinazione anche tu.
A me capita di essere coinvolta così tanto da pochi travel blogger, sono sincera. Però mi capita: alcuni li amo per come scrivono, altri per come mi tengono incollata alle stories, alcuni hanno una dote in entrambi i campi. Verso queste persone ho un’ammirazione pazzesca.
Chi è un travel blogger per passione può essere che si comporti come un professionista. Perchè?
Magari ha il desiderio di poter diventare un Travel Blogger autorevole ed iniziare a lavorare seriamente con aziende ed enti del turismo. Iniziare a lavorare in maniera seria anche durante i propri viaggi personali è un tangibile segno per far capire alle aziende ed enti turistici che non esistono solo i VIP Blogger, ma che anche quelli piccoli e con pochi numeri sono capaci di fare bene.
Però purtroppo i numeri contano.
Eh si, è inutile negarlo. Come fa un’azienda a capire come poter ingaggiare un blogger se non guardando i suoi numeri? Più numeri hanno sul blog e sui social, più (in teoria) sono seguiti e più hanno la possibilità di influenzare – o meglio ispirare – le persone. Avete già sentito parlare di influencer, no?
Quello che però non dicono è che i numeri contano, ma fino ad un certo punto. Perchè?
Perchè c’è “qualche” furbetto che quei numeri li trucca.
Ci sono persone che ancora non hanno ben chiaro cosa faccia realmente un travel blogger, che non sanno bene tutto il lavoro che c’è dietro, e pensano di poter viaggiare a scrocco. Oppure lo sanno bene, ma chi è diventato un travel blogger famoso ed autorevole lo è diventato negli anni, scrivendo sul blog giorno dopo giorno, con impegno e costanza. Truccando i numeri si raggiungono cifre molto alte in breve, brevissimo tempo. Facile, no? Si comprano followers oppure si utilizzano i bot (sistemi automatici che generano interazioni al posto tuo come follow, unfollow e commenti alle foto tipo “nice pic!”) o altri metodi poco onesti.
Le aziende non capiscono chi trucca i dati?
Non tutte. Ci sono degli strumenti online gratuiti come Ninjalitics che monitorano gli account Instagram e controllano l’andamento giornaliero di followers e following. Non è così difficile capire “chi bara”. Ma da cosa ce ne si può accorgere?
Hanno picchi di following e magari qualche giorno dopo sono dimezzati (Es. da 1200 following arrivano ad 800 dopo 2 giorni. Hanno veramente smesso di seguire 400 persone in 2 giorni?!);
I followers crescono a dismisura in pochi giorni o poche settimane (es. 10000 followers, 200 follow e 50 post pubblicati, possono essere mai reali questi numeri?!).


Ed io?
Io non uso trucchi. Ecco perchè sono qui con pochi numeri, crescono ma in maniera lenta. E come me, tanti altri blogger che han preso molto a cuore la questione di lavorare in modo onesto ed etico.
Non nego il desiderio di poter continuare a collaborare con il mio blog in altri progetti, se no non parteciperei al Meet Your Blogger del TTG, però ammetto di non ambire a lavorare totalmente con il blog. Non riesco a viaggiare in continuazione, tornare, rifare la valigia e ripartire dopo pochi giorni o poche ore per un’altra destinazione lavorativa. Ho bisogno di tornare a casa e metabolizzare il viaggio, scriverne quando il cuore è sicuro che sia il momento giusto e non sempre perchè mi viene imposto dallo sponsor. Ho bisogno di stare con la mia famiglia ed i miei affetti, dopo un po’ che viaggio sento fortemente la loro mancanza.
Continuerò a scrivere sul blog in primis perchè per me è una cura, è voglia di condividere col mondo le mie consapevolezze al ritorno dei viaggi, informazioni utili, consigli, non per i numeri, non perchè voglio viaggiare gratis. Ricevere mail private che mi chiedono consiglio su una meta o per ringraziarmi di farli viaggiare con loro è decisamente più appagante di avere un like in più su Instagram.
Questo articolo è lunghissimo, spero di non aver annoiato nessuno e di aver messo ben in chiaro cosa succede nel mondo del travel blogging negli ultimi anni. Sicuramente ho dimenticato di aggiungere altre cose…se avete altro da suggerirmi o volete condividere la vostra idea, scrivete tutto nei commenti! Più ci confrontiamo meglio è 🙂
Alessandra
[..] Ed io? Io non uso trucchi. Ecco perché sono qui con pochi numeri, crescono ma in maniera lenta [..]
Condivisibile e apprezzabile anzi condivisibilissimo e apprezzabilissimo
Cordiali saluti
Dichiarare chi dà buone ispirazioni
(https://www.turismo-industriale.it/che-fare-prima-durante-e-dopo-una-visita/)
Cordiali saluti
Francesco
Ciao Francesco, grazie mille per avermi citato!!
E’ un onore 🙂