Cosa fare e vedere a Favignana: non solo spiagge!


Siamo stati solo una notte a Favignana, il nostro tour in Sicilia occidentale è durato solo una settimana. Sono sicura che, quando tornerò in quell’isola, rimarrò almeno una settimana. Abbiamo deciso di rimanere una notte perché volevamo osservare l’isola anche dopo la dipartita dell’orda di turisti della giornata.

Cosa fare e vedere a Favignana

Girare le varie spiagge dell’isola in bicicletta

Noi ci siamo attrezzati di bicicletta elettrica (perchè Marco è uno svogliato e non aveva voglia di pedalare) con mio conseguente disagio nell’usarla 😀 A soli 10€ al giorno, abbiamo girato l’isola!

Il nostro host Dario (isolano di Favignana doc), cartina alla mano, ci ha consigliato dall’inizio alla fine come spendere la nostra giornata a Favignana al meglio. Come? Semplicemente spiegandoci diverse cose, ossia che non tutte le spiagge di Favignana sono meravigliose… mi spiego meglio: i venti sono molto importanti, e in base a quali soffiano (e di conseguenza in quale direzione), alcune spiagge sono più belle (e balneabili) di altre.

Purtroppo, quando siamo arrivati noi, soffiava il Grecale e quindi molte di quelle che mi ero segnata per fare un bagno, avevano il mare mosso o pieno di posidonie, quindi non adatte al nostro scopo. Abbiamo così girato solo la parte orientale dell’isola.

Quelle viste e/o in cui abbiamo fatto il bagno in giornata sono state:

  • Lido Burrone;
  • Grotta Perciata;
  • Punta Fanfalo;
  • Cala Azzurra e Cala Miraglia;
  • Scogliera Bue Marino;
  • Cala Rossa;
  • Scogliera di Scala Cavallo;
  • Cala di San Nicola;
  • Spiaggia di Marasolo.

Visita all’ex-stabilimento Florio, la tonnara di Favignana

Dario ci ha anche consigliato di andare a visitare la tonnara di Favignana, e che il tempo trascorso lì non sarebbe stata una perdita di tempo, anzi. E così abbiamo fatto. Pagando 10€ a testa, abbiamo seguito due ore circa di visita guidata attraverso la tonnara. E lo consigliamo anche noi, ad occhi chiusi. Perchè scoprire cos’era e come funzionava la tonnara di Favignana e la sua storia, significa scoprire la storia dell’isola.

Breve storia della tonnara di Favignana

Nel 1841, la famiglia Florio ha acquisito lo stabilimento di proprietà dei Pallavicini di Genova. Nel 1874, una volta acquistata anche l’intero arcipelago delle Egadi, Ignazio Florio ampliò la struttura dello stabilimento e inventò il metodo di conservazione del tonno tramite sott’olio e inscatolamento. La tonnara e la fabbrica andò avanti e divenne importante per tutta la prima metà del Novecento. Nel 1938, a seguito di problemi di gestione del figlio di Ignazio, lo stabilimento andrò in gestione ai Parodi, che continuarono a mantenere il marchio Florio. Nel 1985 il tutto passò nelle mani di Nino Castiglione, già responsabile di un’altra tonnara sicula. Nel 1991 fu acquistata dalla Regione Sicilia che, dopo diversi lavori, ha reso l’ex-stabilimento Florio in un capolavoro d’archeologia industriale.

Come funzionava la tonnara

Ogni anno, prima che arrivassero i tonni nel Mediterraneo per riprodursi, veniva fatta la calata, ossia venivano preparate le varie reti che andavano a formare sette vasche, l’ultima dedicata alla mattanza.

I tonni, passando sempre da Favignana per andare a riprodursi, venivano “incanalati” nella prima vasca della tonnara e non potevano più tornare indietro. Il loro destino era segnato: ogni volta che cercavano di scappare non facevano altro che andare nelle vasche più avanti, fino all’ultima, dove avveniva la mattanza.

Durante la mattanza, l’ultima rete veniva tirata su, di conseguenza i pesci iniziavano a non avere più spazio. I tonni, agitatissimi perché si sentivano in trappola, iniziavano a sbattere le code, stordendosi l’un l’altro. I tonnarotti, guidati dal rais (il pescatore esperto che guidava la mattanza), con un arpione li prendevano e li tiravano su, poi li poggiavano sulle loro barche e trasportati allo stabilimento dove venivano appesi per dissanguarsi, tagliati in pezzi e bolliti.

Cruento, vero? L’acqua del mare, durante la mattanza, diventava rosso, dal sangue che veniva versato. Quando la guida spiegava, avevo i brividi.

Successivamente, dopo la bollitura, venivano inscatolati e pressati sott’olio. Dopo diversi mesi, sarebbero stati pronti per la vendita. La tonnara lavorava non solo il tonno, ma anche sgombri e altri pesci.

La mattanza avveniva per una 40ina di giorni, poi la tonnara veniva tolta. Durante i tempi “migliori” si catturavano anche 10000 tonnellate di tonni e inciso il numero sulla pietra dello stabilimento. I lavoratori coinvolti, tra dipendenti fissi e stagionali arrivavano anche a 900.

La tonnara di Favignana oggi

L’ultima mattanza avvenì nel 2007, poi fu vietato.

Oggi la tonnara è chiusa e una parte dell’ex-stabilimento Florio è un bellissimo ed interessante museo. Dopo la visita guidata c’è la possibilità di girare intorno per scattare altre foto, leggere i pannelli esplicativi e guardare i video interattivi di alcune persone che hanno lavorato per lo stabilimento nel Novecento. Alcuni di loro sono ancora vivi e si vedono girare per l’isola! Altre sale custodiscono reperti archeologici come anfore, trovate sui fondali.

Nel maggio 2019, Favignana aveva avuto l’autorizzazione per calare nuovamente la tonnara: peccato che non avessero fatto i conti con il governo, il quale gli ha concesso la pesca di poche tonnellate. Troppo dispendioso calare, pescare e lavorare il pesce per inscatolarlo. Quindi dopo due settimane la tonnara, come è stata calata, è stata ritirata.

Le altre tonnare italiane ed il problema della pesca ai tonni

Esistono solo tre tonnare aperte in Italia e si trovano in Sardegna. Tutti i negozi che vedrete e dicono “prodotti di tonnara di Favignana”, non ci credete: non è vero.

Il problema è la pesca industriale: le tonnare ed i pescherecci che pescano tonni si trovano fuori dal Mediterraneo, nell’Atlantico, e i tonni vengono pescati prima che riescano ad entrare nel Mare Nostrum nel periodo di maggio-giugno per riprodursi. Questo ha portato al rischio di estinzione della specie del tonno rosso, quello più pregiato. Ad oggi esistono delle limitazioni alla pesca del tonno e finalmente sta tornando nei nostri mari.

Altre idee su cosa vedere o fare a Favignana

  • durante il giro in bici, presso Punta Fanfalo, abbiamo visto l’ex-Villaggio Valtur, sequestrato e chiuso nel marzo del 2018 probabilmente per legami con la Mafia. Non so se ora sia stato acquisito da qualche privato ed ora sia aperto;
  • visitare il Palazzo Florio, antica residenza dei Florio, costruito in stile neogotico e dettagli liberty proprio di fronte al porto;
  • a Favignana non c’erano uno, bensì tre castelli! Il Castello di Santa Caterina è ancora aperto e visitabile, ma dovrete fare un bel percorso di trekking per salire lassù (noi ci abbiamo rinunciato)!
  • prendersi una buonissima granita nella Graniteria Gelateria Europa, in piazza Madrice (quella al fico e al gelso sono buonissime!);
  • già che siete in piazza Madrice, date un’occhiata alla chiesetta Madre Maria SS. Immacolata;
  • se rimarrete a Favignana qualche giorno in più, potreste partecipare ad un’escursione in barca per ammirare l’isola da un altro punto di vista, o perchè no… scoprire Levanzo e Marettimo, le altre isole Egadi.

Info pratiche

Dove e come prenotare i traghetti e aliscafi per Favignana

Noi ci siamo appoggiati alla linea Liberty Lines.
Hanno un sito ufficiale per la prenotazione del traghetto, si paga con la carta, e mezz’ora prima della partenza, basta presentarsi sulla banchina con la prenotazione effettuata. Poi vi emetteranno il biglietto e siete a posto 🙂 Noi ci siamo trovati benissimo!

A Trapani, la partenza degli aliscafi per Favignana partono in via Ammiraglio Staiti.

Liberty Lines copre anche moltissime altre destinazioni sicule come la zona di Trapani, San Vito Lo Capo, le isole Eolie (anche da Reggio Calabria!), Pantelleria, Ustica, Palermo e le Isole Pelagie, oltre anche a Trieste e l’Istria! Ecco qui tutti gli orari.

Dove parcheggiare a Trapani?

Eh, si. Noi abbiamo lasciato l’auto a Trapani mentre ce ne siamo andati a Favignana. L’abbiamo lasciata gratuitamente in via Ranuncoli, dove ci avevano consigliato i proprietari della Corte Azzurra, i nostri host di Trapani. Altra via dove lasciare gratuitamente la macchina è via C. Colombo, traversa di via Ranuncoli (aggiornamento settembre 2018). Da via Ranuncoli all’attracco degli aliscafi ci vogliono circa 15 minuti a piedi 🙂

Dove dormire a Favignana

Noi abbiamo prenotato tramite booking.com un appartamento per una notte. La struttura si chiama “Le case di tufo” ed il nostro host, ormai lo conoscete, si chiama Dario. Favignanese doc, ci ha consigliato tutto, dalle spiagge migliori dove fare il bagno (in base al vento), alla visita della tonnara, al ristorante dove cenare. Di una disponibilità senza pari.

L’appartamento è un bilocale, semplicissimo, pulito e silenzioso (pur dietro alla piazza principale di Favignana), a 5 minuti a piedi dal porticciolo. Ci sono stoviglie, prodotti per pulire ecc… e anche un ombrellone da prendere in prestito (occhio, in prestito… non da portar via)!

Dove mangiare

Rimanete in piazza Madrice, e… non perdetevi una buonissima granita! Potete fare come abbiamo fatto noi: andare dopo aver riconsegnato la bici e prima della visita alla tonnara (verso le 18.30). Poi, mi raccomando, andate a gustarvi una bella cena.

Noi siamo stati, sotto consiglio di Dario, al Ristorante La Lampara. Mai scelta fu più azzeccata, abbiamo mangiato benissimo!

Dove noleggiare la bici (elettrica e non) o lo scooter

SDB Motors – seri, bici nuove e pulite (e di buona marca, come le Atala). Si trovano a fianco della chiesa in piazza Madrice.
Consigliamo di non prendere le bici o scooter a noleggio subito appena attraccati al porto, i prezzi sono leggermente più alti.

Consiglio comunque di non noleggiare lo scooter, primo perchè non si tratterebbe di un viaggio sostenibile come con la bicicletta, secondo perchè alcune stradine sono un po’ dissestate e poco praticabili.

Qualche consiglio per chi soffre il mal di mare

Al di là delle solite medicine consigliate come la xamamina (che Marco non vuole assolutamente prendere), il nostro host ci ha consigliato di:

  • mettersi a poppa (dietro) e al piano di sotto, a pelo d’acqua. Così non si sentono troppo gli sbalzi e le onde. All’andata eravamo in alto e a prua (che vi dico a fare come si è sentito Marco…). La cosa ha funzionato: Marco, arrivato a Trapani, stava bene, anzi si è pure addormentato a bordo!
quasi arrivati a Trapani
  • fare una bella colazione salata appena attraccati. Confermo che Marco si è sentito subito meglio (eh, certo… con una bella focaccia fresca favignanese, chi non si sentirebbe meglio…);

Spero di esservi stata utile in questo articolo e di avervi aiutato nell’organizzare la vostra giornata o la vostra vacanza a Favignana.
A presto,

firma Alessandra Cialone

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