Visitare Ayutthaya in giornata da Bangkok


Ci ho messo tanto a scrivere di Ayutthaya perché, nonostante prima di partire per la Thailandia volessi con tutta me stessa visitare questo luogo, non mi ha conquistato appieno. Sarà che ero stanca e ormai agli sgoccioli per il mio rientro in Italia, sarà stato il super caldo, sarà che avevo visitato prima Sukhothai, sarà che ho visto quegli elefanti incatenati…

Non sto dicendo che non mi è piaciuta, anzi. Ayutthaya è una meta imperdibile della Thailandia, soprattutto se non vi recherete al nord ma farete giusto qualche giorno a Bangkok per poi spostarvi al mare. 

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Camminare tra le rovine dell’antica capitale del Siam vi lascerà senza parole, lasciatevi conquistare dai Buddha sdraiati, dai complessi religiosi , dalle scolaresche in gita, e (purtroppo) da elefanti che trasportano le persone… Mi dispiace, è più forte di me. Non ce la faccio a farmi piacere questa cosa, non dopo aver vissuto un’esperienza di turismo responsabile con gli elefanti a Chiang Mai.

Breve storia di Ayutthaya

Molto della storia di Ayutthaya è stato distrutto. I fasti dell’antica capitale del Siam (1351-1767) ormai non sono che un lontano ricordo.

La città fu costruita nel IV secolo sui resti di un’antico sito Khmer, in un punto strategico tra i fiumi Chao Phraya (quello che attraversa anche Bangkok), Lopburi e Sak. In breve tempo divenne una città talmente importante e potente che riuscì a conquistare la città di Sukhothai e spodestare il dominio Khmer. 

Ayutthaya divenne una delle città più potenti e strategiche del sud-est asiatico dopo la caduta di Angkor (di dominio Khmer). Aveva rapporti commerciali con l’occidente (es. Regno Unito, Francia), con l’India e con la Persia.

Nel XVIII secolo si persero i contatti commerciali con l’Europa ed iniziarono i commerci con gli Stati Uniti e la Cina. Nel 1760 (sotto il regno del Re Borommakot) i Birmani, che già non nutrivano amore nei confronti del Regno del Siam (c’erano stati in passato diversi scontri), assediarono la città. Nel 1767, Ayutthaya cedette, fu invasa, messa a ferro e fuoco e distrutta, la popolazione fu ridotta in schiavitù e chi ci riuscì, fuggì dal paese. Manoscritti, fonti antiche e tante opere d’arte vennero distrutte.
La città fu abbandonata e la Natura se la riprese con sé.

Quello che ne resta oggi ci mostra solo lontanamente quanto la città fosse imponente. Chissà com’era bella ai tempi…oggi Ayutthaya è un’altra città, divisa tra l’antico e moderno, un po’ come Sukhothai.

Cosa vedere ad Ayutthaya: i complessi templari più belli

Il Parco Storico ed Archeologico di Ayutthaya è enorme ed è fa parte del patrimonio dell’umanità grazie all’UNESCO: vi daranno una cartina quando farete il biglietto e direte “aiuto”. Il mio consiglio è di noleggiare una bicicletta o un motorino per girare nel parco, oppure – se siete in compagnia – dividersi un tuk tuk che vi porti in giro per le varie rovine. Io ho girato tutto a piedi, tranne per visitare l’ultimo tempio dove ho ceduto al tuk tuk. Col senno di poi, non vi consiglio di girarla a piedi, è veramente enorme e rischiate di perdervi qualche tempio perché siete stanchi o non avete avuto tempo.

Qui sotto c’è la mappa di Google dove sono posizionati tutti i templi che ho perlustrato (compreso il punto dove sono parcheggiati i minivan). Nell’articolo sono elencati i templi che ho visto in ordine di visita.

Wat Phra Mahathat

Il complesso templare più famoso. Oggi rimangono solo rovine dell’antico tempio fatto costruire nel 1374 dal Re Borommaracha e distrutto nel 1767, dopo la caduta della città, invasa e rasa al suolo dalla popolazione birmana.

Lì è custodito il Buddha nell’albero: una testa di Buddha in pietra – proveniente da una statua presumibilmente seicentesca – che la Natura ha pensato bene di abbracciare. E’ semplicemente meraviglioso.

E’ un luogo di culto talmente importante che non è consentito avvicinarsi all’albero, ci si può fare un selfie o una foto ma non in piedi, si deve rimanere accovacciati. 

Wat Ratburana

Posto di fronte al Wat Mahathat, l’ho visto solo di sfuggita. Non mi chiedete perché, sinceramente non me lo ricordo. Col senno di poi vi consiglio assolutamente di vederlo per bene.

Wat Tra Prammikarat

L’ho trovato “strano” perchè è pieno (ma proprio pieno!) di statuette di galli. Poi ho scoperto che è la gente che viene qui ad offrire galli in segno di devozione.

Oltre ai galli c’è il vero e proprio stupa con singha (creature dalla testa di leone) che lo circondano tutto intorno.

Wat Phra Si Sanphet

Era un antico complesso templare utilizzato dai reali del regno di Ayutthaya. Veniva utilizzato dai reali sia per cerimonie che come cappella di preghiera privata.

Ciò che rimane ora di questo complesso sono tre magnifici stupa della seconda metà del Quattrocento dedicate ai Re Boroma-Tri-Loka-Nat, Re Boroma-Rachatirat III e Re Ramatibodhi III. 

Sono semplicemente spettacolari, si può salire sulle varie stupa per ammirare il panorama dall’alto. Io avevo un po’ paura di salirci, per via delle vertigini, quindi lascio a voi il piacere di farlo! 🙂

Wihan Phra Mongkhon Bophit

Qui ho avuto la possibilità di vedere diverse scolaresche che andavano a rendere omaggio al Buddha in questo tempio. Alcune bambine mi hanno chiesto di fare delle foto insieme, un bambino mi è corso incontro dicendomi “farang!” (ossia “occidentale”, ma in modo poco carino, mi sono un po’ offesa, a dire il vero). 

Il Buddha all’interno era in restauro, peccato non averlo visto bene, ma ugualmente c’erano un sacco di persone a pregare, tra cui tanti bimbi.

Kum Khun Phaan

Questo non è un tempio ma una ricostruzione di come era una casa Thai tradizionale. Tutta in legno, bellissima. Consiglio di farci un salto!

E’ lì vicino che poi ho visto diversi elefanti incatenati e costretti a portare in giro la gente. Da quel momento mi sono incupita ed ho iniziato a girare con la delusione nel cuore.

Vi paiono felici questi occhietti? Non credo.

Wat Phra Ram

Costruito nella seconda metà del Trecento, fu successivamente ampliato in stile Khmer (un phrang centrale e quattro torri ai lati). Subì un ulteriore rifacimento nel Settecento, sotto il regno di Re Borommakot. 

Wat Lokkayasutharam

Qui vi racconto una storia.
Ero arrivata al tempio, vedo questo immenso, meraviglioso gigante Buddha reclinato e mi metto a fotografarlo. A fianco a me c’era una signora Thai che stava lavorando a maglia. Mi guardava e sorrideva. Ed io facevo foto…

Andando via l’ho salutata con un sorriso ed ho incominciato a camminare. E niente, avevo lasciato lì la borsa con tutte le mie cose: passaporto, soldi, carta di credito. Tutto.

Me ne accorgo solo dopo qualche minuto.
Panico.
Faccio per tornare indietro e mi metto a correre (stavo già collassando dal caldo ma era un’emergenza…) quando vedo una signora che urla venendomi incontro correndo con una borsa in mano.
Era lei.
Scioccata per l’accaduto le ho detto non so quanti “kawp khun ka” (grazie in lingua Thai) sorridendo quasi con le lacrime agli occhi.
La maggiorparte dei Thai che ho incontrato sono stati così: genuini, gentili e sempre pronti ad aiutare senza chiedere nulla in cambio.
Non la ringrazierò mai abbastanza.

Wat Yai Chai Mongkhon

Stanca morta dal caldo e da ore ed ore di camminate, ho deciso di prendere un tuk tuk per raggiungere l’ultimo tempio della giornata. Lo sognavo da quando Manuela di Pensieri in Viaggio era stata lì e mi ero innamorata di quella miriade di statue del Buddha.

Ho purtroppo dovuto accettare la cifra di 250 bath per farmi portare in questo tempio (circa 6€, è una cifra molto alta!). E’ stato molto gentile però, mi ha detto che mi avrebbe aspettato, che potevo visitare il tempio con calma. Dopo mezz’oretta sono uscita e lui era lì ad aspettarmi 🙂

Visitando quel complesso templare ho ritrovato il sorriso! Si vede? 🙂

Una volta che il tuk-tukkaro mi ha riportato all’entrata principale di Ayutthaya (vicino al Wat Mahathat), ho iniziato a chiedere alla gente dove fossero i minivan per Bangkok. Un tipo mi ha indicato una stradina laterale e mi sono avviata (credo fosse Naresuan Road). Ho visto una serie di minivan parcheggiati: bene. Qual è quello per Bangkok? Mi è bastato guardare un ragazzo che era lì e gli ho detto semplicemente “Bangkok?” e mi ha fatto cenno di entrare (prima ha controllato il biglietto di ritorno). “Ottimo”, mi sono detta. Appena il minivan si è riempito siamo partiti per la città. Ci ha lasciato al Victory Monument ed ognuno per la sua strada!

Info utili, impressioni e consigli

Come arrivare ad Ayutthaya

Da Bangkok

Il Parco Archeologico si trova a 76 km a nord della capitale thailandese. La soluzione migliore per me è prendere uno dei minivan che ogni giorno partono dal Victory Monument (fermata BTS Victory Monument, uscita 3). Avvicinatevi e dite agli autisti che volete andare ad Ayutthaya, pagate il vostro biglietto (nel 2016 ho speso 120 bath A/R, andata e ritorno) ed aspettate che si riempia (i posti sono limitati, tipo 10). In poco più di un’ora arriverete ad Ayutthaya, però non vi lasceranno proprio davanti l’entrata del parco archeologico. Dovrete prendere un tuk tuk che vi porterà all’entrata principale (o farvela a piedi, o noleggiare una bici!). La sera poi, quando decidete di tornare a Bangkok (saranno circa le 16 o le 17 se, come me, ve la siete fatta tutta a piedi) tornate dove i minivan vi han lasciato (io ho chiesto indicazioni alle persone perchè mi ero persa) e non appena si riempie il minivan, ripartirete per la città.

Esistono anche delle navi che da Bangkok navigano fino ad Ayutthaya, organizzando una sorta di “minicrociera”. Poi da lì potrete scendere ed andare a visitare il parco archeologico.

Oppure dei treni che partono dalla stazione di Hua Lampong, poi una volta arrivati o noleggiate una bici o andate con un tuk tuk fino all’entrata del parco. Arrivare al parco a piedi dalla stazione di Ayutthaya è troppo lontano secondo me.

Da altre destinazioni

So che ci sono dei bus e treni che da Chiang Mai o da Sukhothai vanno ad Ayutthaya,  ma informatevi bene su dove arrivano esattamente. La città antica non è vicinissima alla città moderna, proprio come con Sukhothai, quindi siate certi che poi potrete spostarvi al parco con i mezzi giusti.

Dove mangiare e dove dormire ad Ayutthaya

All’interno del complesso archeologico troverete un grande capannone (vicino al tempio Mongkol) dove ci saranno, oltre ai mercatini soliti, anche dei punti ristoro. Ci sono dei punti ristoro anche fuori del parco archeologico. Mi raccomando portate con voi tanta acqua, il caldo non perdona.

Per quanto riguarda il dormire, non sono rimasta lì per la notte, ma se siete ad Ayutthaya solo per visitare le rovine archeologiche, vi suggerisco di alloggiare vicino al parco, altrimenti andate nella città moderna, anche solo per visitarla e conoscere un’altra cittadina thai.

Link utili


Spero che il mio articolo vi possa essere utile, se può interessare a qualcun altro condividetelo pure! Mi fa piacere 🙂
Se avete dubbi o altro, non esitate a scrivermi.

A presto!

Alessandra

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